La vita dell’ape

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Il Miele Luna di Miele:ecco chi lo produce!

La natura, non per caso, ha creato con l’ape un insetto che si adatta completamente ai diversi ruoli che assume all’interno dell’alveare.

L’ape è un insetto che appartiene al gruppo hymenoptera (dal greco hymen= membrana), come la vespa e la formica. Vive in quasi tutto il mondo, ad eccezione delle regione dove in inverno il freddo è intenso. Esistono circa 20 000 specie di api, ma il nome scientifico attribuito all’ape del miele è Apis mellifera.  Come la formica, anche l’ape è un insetto socievole e ha bisogno di vivere in colonie. La colonia è molto organizzata ed è sempre composta più di 12 000 operaie, da qualche centinaio di calabroni e una sola regina.

Gli occhi

Gli occhi sono caratterizzati da 4000 a 6000 faccette esagonali che gli permettono di incrementare la loro velocità di fusione delle immagini, facilitando così la percezione dei movimenti. Il suo campo visivo è di 360°, in modo tale da poter vedere con precisione e reagire molto rapidamente di fronte a nemici e predatori.  learn more

La bocca

La bocca è composta da due mandibole potenti che servono a tagliare, stringere, limare, lavorare la cera, costruire le pareti dell’alveare e impastare il propoli. L’ape possiede inoltre una tromba che le permette arrivare in profondità alla corolla dei fiori.

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Le antenne

Le api sono dotate di due antenne sempre in movimento grazie ad una quindicina di articolazioni. Si tratta di organi centrali della percezione dell’ambiente dell’ape. Portano tra i 3 000 e i 30 000 sensori di almeno 7 tipi diversi. Inoltre, le api sono molto sensibili agli odori e quindi possono recuperare il nettare più lontano e comunicare tra loro attraverso secrezioni odorose. Le antenne servono all’ape anche per conoscere l’ambiente fisico, il tenore di anidride carbonica e l’umidità. Contribuiscono a distinguere i vari gusti e gli danno delle indicazione sulla velocità in volo.

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Le zampe

Anche le sei zampe sono utilizzate come strumento di lavoro: le zampe anteriori sono munite di piccole ventose che le permettono di raccogliere il polline, appoggiarsi grazie al supporto e pulire le antenne. Le zampe posteriori sono pelose e incavate come cucchiai e dotate di borse per il polline, dove lo carica e lo solleva così che i ganci le permettano di formare un canale cereo. L’addome contiene il gozzo, dove l’ape accumula il nettare, il miele, la melata e l’acqua che può prendere ogni volta che è necessario.

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La regina

Nata da un uovo fecondato, l’ape regina cresce in una cella reale, molto più grande rispetto a quella delle operaie.
La piccola larva regina si nutre solo ed esclusivamente di pappa reale. Il nono giorno, la cella reale viene chiusa da un opercolo di cera. il sedicesimo giorno dalla covata dell’uovo, la regina, ormai adulta, uscirà dalla sua cella.

Il calabrone (il maschio)

Nato da un uovo non fecondato, la larva maschio cresce in un alveolo esagonale, più grande rispetto a quello delle operaie. Per tre giorni si nutre di pappa reale, ma poi sarà sostituita dal miele e dal polline, che è più abbondante rispetto all’alimentazione delle operaie. Il decimo giorno dalla deposizione la cella viene opercolata, ma lascerà l’alveare il ventiquattresimo giorno. La sua forma è più grande, più rotonda ed è più pelosa delle operaie, ma non è dotata di pungiglione.

L’operaia

Nata da un uovo fecondato, l’operaia cresce nel classico alveolo di cera esagonale. I primi tre giorni si nutre di pappa reale, ma in seguito la sua alimentazione cambia in miele e polline. Le sue trasformazioni avverranno più lentamente rispetto alla regina, infatti l’ape adulta uscirà dall’opercolo di cera per entrare a far parte della colonia il ventunesimo giorno dalla deposizione. In ogni alveare si contano migliaia di operaie, infatti sono il genere più numeroso della colonia, ma il loro apparato riproduttore è atrofizzato

Adesso che conosci le api leggi come si raccoglie il miele

La raccolta del miele >